SCRITTURA ED IPNOSI

 

Lo scrivere in un certo modo e la presenza di certi particolari segni grafici indicano gli individui più predisposti ad essere ipnotizzati. E' questo un test molto sicuro, che consente al medico ipnotista o allo psicologo di capire se il suo paziente è suscettibile alla trance ipnotica. 

Occorre, però, prima di tutto, spiegare che cosa è l'ipnosi, visto che, da un certo periodo se ne parla in modo piuttosto ingarbugliato sulla stampa e, su questo particolare stato alterato di coscienza, si è detto e si è scritto di tutto e il suo contrario.

La cosa non è certo facile, visto che gli stessi addetti ai lavori non hanno affatto le idee chiare, neppure sulla definizione di quello stato particolare, che vien detto ipnosi e non si può non essere d'accordo col dottor Certok, quando afferma che non soddisfa nessuna delle definizioni designate. 

Non vi sono, neppure, a tutt'oggi, "criteri obiettivi che ci permettano di dire se un soggetto è ipnotizzato o meno. Alcuni soggetti credono di essere stati ipnotizzati e invece non è vero; altri pensano di non essere stati ipnotizzati e invece lo sono stati" (L. Chertok, L’ipnosi, Mediterranee, Roma 1971).

Andiamo con ordine. La trance ipnotica era conosciuta e praticata dai sacerdoti egizi. Un papiro egiziano, databile al III secolo d.C., pubblicato nel 1893 da H. Brugsck, narra di un ragazzo portato in uno stato particolare di coscienza alterata solo tramite la fissazione di un oggetto luccicante. 

Paracelso, nel XV secolo, affermò che: "La volontà di una persona può con l'energia del suo sforzo agire sull'essere spirituale di un'altra persona, entrare in lotta e sottoporla alla propria possanza".

I primi veri e propri lavori sull'ipnosi, tuttavia, furono condotti, nel secolo XVIII, dal dottor Franz Anton Mesmer (1734-1815), che propose la teoria del magnetismo animale. Egli spiegò che un fluido, che permea tutto l'universo, tiene in stretto rapporto gli individui tra loro e con i corpi celesti. Nel corpo umano, secondo Mesmer, la non omogeneità di questo fluido generava le malattie. Da ciò egli arguiva che ogni persona e anche gli animali sono provvisti di energia magnetica. 

Mesmer ebbe famosi discepoli, che svilupparono ulteriormente le sue teorie, tra questi ricordo: Puységur, Lafontaine, Durand e Janet. In Francia il magnetismo fu sempre respinto dalla scienza ufficiale. In Germania ebbe maggiore fortuna, in quanto fu accettato dalla consorteria degli scienziati e, addirittura, insegnato alle università di Berlino e Bonn. A poco a poco si diffuse in altri paesi e in Inghilterra il dottor James Braid, nel 1843, modificò la teoria magnetica, spiegando il fenomeno su basi neurofisiologiche e chiamandolo "ipnosi".

Arrivando ai nostri giorni molti ricercatori considerano l'ipnosi un IV stato dell'organismo (gli altri tre sono: la veglia, il sonno privo di sogni e il sonno con sogni). Questa definizione, tuttavia, non è accettata da altri studiosi, che presentano teorie diverse. Charcot definì l'ipnosi come "uno stato nervoso artificiale... le cui molteplici manifestazioni compaiono o scompaiono a seconda... della volontà dell'operatore...". Da allora è trascorso più di un secolo e la vera natura di questo fenomeno resta ancora un mistero.

Le varie teorie proposte fino ad oggi rispondono solo, parzialmente, alla vasta complessità del fenomeno, che rimane oscuro, di difficile riduzione e definizione e, tuttavia, reale. Un vero e proprio rompicapo. Vediamo alcune definizioni proposte da vari studiosi. 

Granone scrive che l'ipnosi è "un particolare stato psicofisico instaurato con l'ipnotismo e non dovuto all'assunzione di farmaci" (Trattato di ipnosi, Boringhieri, Torino 1976).

Il "Grande Dizionario universale Larousse" nell'edizione del 1865-1890 per la prima volta presenta il termine "ipnosi" e, così, lo definisce: "Sonno prodotto soprattutto dalla visione prolungata di oggetti brillanti" (Tomo IX, H-K, del 1873). 

Nel 1955 la Commissione della British Medical Association spiega il fenomeno ipnotico come "uno stato passeggero di attenzione modificata, stato che può venir prodotto da un'altra persona e nel quale possono comparire fenomeni, spontaneamente o in risposta a stimoli verbali o di altro tipo. Questi fenomeni comprendono un mutamento nella coscienza e nella memoria..." (Rapport de la Commission désignée par la British Medical Association Brit. med. J., suppl. 23 avril 1955).

Richard Bandler e John Grinder, studiosi delle tecniche ipnotiche del medico psichiatra Milton Erickson, ne danno un'altra spiegazione. Essi scrivono: "Se l'ipnosi viene intesa come alterazione dello stato di coscienza di una persona, allora qualsiasi comunicazione efficace è ipnosi" (R. Bandler e J. Grinder, Ipnosi e trasformazione, Astrolabio, Roma 1983). Non andrò oltre con gli esempi. 

Come si è visto, dare una definizione esatta e completa dello stato di trance ipnotica è cosa, alquanto, difficile. Alternativamente si è parlato di magnetismo, mesmerismo, fachirismo e ipnosi. Oggi se ne fa molto uso e, sebbene, spesso, i risultati sono incredibili, la natura del fenomeno è ancora controversa e misteriosa.

C'è da dire, ancora, che quasi tutti gli studiosi si dimostrano sprezzanti sulle teorie di Mesmer, assumendo un ingiustificato scetticismo e prendendo le distanze dalla teoria del magnetismo che considerano non scientifica e, perciò, da scartare. 

Certi casi (vedi i recenti furti, ampiamente riportati dai giornali, compiuti da individui orientali che hanno fulmineamente ipnotizzato e derubato cassieri di banca, negozianti, ecc.), tuttavia, sembrano potersi spiegare solamente con l'ipotesi del fluido magnetico. A tal riguardo riporto quanto scriveva, sul numero 222 del "Giornale dei Misteri", il professore Emilio Servadio: 

"Viene da chiedersi, allora, se non sia da riprendere seriamente in considerazione la tesi di coloro (in Italia Disertori, negli stati Uniti Mc Connell), i quali ritengono che in sostanza, l'ipnosi possa essere dovuta - almeno in certi casi - a un influenzamento psicocinetico. Lo riteneva, come si sa, Mesmer, e lo ritennero tutti i -magnetizzatori- del secolo scorso... Siamo sicuri che certi fatti recenti non ripropongono le -tesi obliate- di quei lontani pionieri?...".

Passo di seguito ad illustrare i segni grafici presenti nelle scritture dei soggetti suscettibili di essere posti, con una certa facilità, in trance ipnotica. Una scrittura piccola che, tra l'altro, indica anche timidezza è considerata un elemento di buona ipnotizzabilità. La grafia discendente, che esprime debolezza e passività, sembra rappresentare una disposizione a subire la pressione dell'ambiente e, quindi, facilita l'interazione con la volontà dell'ipnotista che alla fine produce lo stato di trance.

Altro segno favorente l'azione ipnotica è, nello scrivente, l'assenza di pressione (o comunque molto limitata) nel vergare le lettere. La marginatura a destra e crescente, significativa di scarso vigore e timore, è indicativa di una certa debolezza e di grande influenzabilità. Il tracciare le lettere "t" con tagli curvi rappresenta grande tendenza a compiacere e a sottomettersi all'interlocutore. E' un segno di cessione che implica accettazione, anche, di eventuali suggestioni.

Una grafia indicante facilità di subire l'azione ipnotica è la scrittura contorta, che indica disposizione all'astrazione e agli automatismi mentali, tutti fattori altamente significativi della capacità di questi individui di reagire a suggestioni auto-etero imposte. Tutto ciò si potrebbe sintetizzare come "capacità di coinvolgimento".

In altre parole queste persone tendono, a differenza di altre, a partecipare con totale adesione all'esperienza che gli viene proposta. In conclusione "coloro che si lasciano trascinare e coinvolgere in una esperienza (fantastica o reale), nella quale possono restare assorti senza gravi dissociazioni mentali, possono essere soggetti altamente suscettibili all'ipnosi" (A. Pacciolla, Ipnosi, Ediz. San Paolo, Milano 1994).

La grafologia consente di penetrare le pieghe più profonde dell’individuo. Analizzando i segni delle scritture si possono scorgere gli anfratti delle profondità dell’anima e tutta una complessità di caratteri; alcuni in perenne lotta con gli istinti, altri precipitati nei baratri della più squallida materialità. Possono, altresì, essere messi in luce quelle forze dell’anima, che hanno innalzato alcuni individui, anche contro ogni aspettativa, a vette inusitate. Questo è tanto più vero nel caso dei mistici.

 

 

Giuseppe Cosco

 

linus.tre@iol.it

 

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