L’OMBRA DEL CINEMA-HORROR SUI DRAMMI DELLA FOLLIA

 

Viviamo in un mondo intriso di violenza e i film-killer fanno la loro buona parte. La televisione e il cinema trasmettono, sempre più frequentemente, ogni tipo di efferatezza. Il cinema è in particolar modo sul banco degli imputati. Film che corrompono la psiche e scagliano una sorta di male irresistibile che possiede lo spettatore dall’inizio alla fine e, in alcuni casi, anche dopo. Un tempo/pellicola che, attraverso lo sguardo, s’imprigiona delle anime che scaglia in altre dimensioni, alterate e alteranti. Nuovi "culti" che celebrano l’orrido. E’ il tocco del Male. Film alienanti, diseducativi, distruttivi, dagli effetti nefasti, che possono anche annientare le persone più indifese.

Un esempio. Ecco cosa si è visto, secondo "Movieguide", periodico della Commissione cristiana per la tv e il cinema, nel nuovo film di James Bond "Goldeneye": quattro oscenità, una profanazione e "violenza estrema, compresi sparatorie, esplosioni di bombe, strangolamenti, incidenti, mutilazioni, congelamenti, elettroesecuzioni, ossa rotte, scontri, calci, morsi, esecuzioni a sangue freddo, fornicazioni, sesso violento e consumo di alcol, furti e tradimenti" ("Corriere della Sera", 10/01/96).

Il tema del Male nel cinema si declina sempre in modo diverso, con mille sfaccettature nella loro intima natura proteiforme, tra cui, la sua essenza psicologica, il risvolto nel sociale e la sua espressione simbolica. Tutto in un susseguirsi di azioni improntate di pura malvagità. E <<Ogni azione ha la sua conseguenza. E quando questa si genera non sempre la gente se ne accorge. O la capisce. O la accetta>> (da "Il tocco del male" di Gregory Hoblit). Televisione e cinema ad alto rischio per i giovani. Cito, ora, solo alcuni tra i film ‘pericolosi’ con i registi e le scene più salienti:

- IL CACCIATORE di Michael Cimino. La scena madre è rappresentata dal gioco della "roulette russa". I protagonisti si puntano un revolver alla tempia, con un colpo solo nel tamburo, e sparano. Sangue a fiumi.

Venticinque giovani si fanno saltare il cervello per imitarli.

- ASSASSINI NATI di Oliver Stone. Un genitore stupra continuamente la propria figlia e, alla fine, viene ucciso da questa con l’aiuto del fidanzato. La ragazza, non ancora soddisfatta, dà anche fuoco a sua madre. In Inghilterra è stata proibita la vendita della videocassetta.

Dieci persone arrestate per omicidio hanno dichiarato di essere state influenzate da questo film. Un quattordicenne, dopo aver mozzato la testa ad una sua amichetta tredicenne, racconta agli amici che voleva "diventare famoso come gli assassini nati".

In Francia, i fidanzatini Véronique di 18 anni e Sebastien di 17, ispirati dal film, hanno straziato con 40 coltellate il sedicenne Abdeladin, colpevole di fare la corte alla ragazza. Nella stanzetta di Véronique è stata trovata la videocassetta di "Natural born killers" e una lunga lista di persone da uccidere. La coppia confessò, nel massacro del loro coetaneo, di essersi ispirata alla trama di "Assassini nati". Gli investigatori raccontarono che Veronique <<non si stancava mai di vedere e rivedere il film in cassetta>>. C’erano state altre vittime del film di Oliver Stone. I ventenni Florence Rey e Audry Maupin, dopo aver assistito alla proiezione della pellicola, si lanciarono in una folle gimkana nel centro parigino e rimasero uccisi tre poliziotti e un tassista. Dopo l’iniziativa dell’Inghilterra, che in seguito alla strage nella scuola elementare scozzese di Dunblane decise di vietare la vendita della videocassetta di Stone, anche la Francia aveva decisto di bloccarne la vendita.

Eppure il regista Oliver Stone aveva detto alla Bbc, a febbraio del ‘95, che il cinema <<è un mezzo potente, droga che entra negli occhi e nel cervello. Stimola e può essere una cosa pericolosa, sovversiva>> e poi aveva aggiunto che vi sono persone <<che credono esattamente a quello che vedono sullo schermo. Persone facilmente suggestionabili, a cui si può fare il lavaggio del cervello, che fumano una sigaretta di marijuana e vanno fuori a sparare a qualcuno>>.

- IL CORVO di Alex Proyas. Il protagonista, un musicista rock, viene assassinato e, ritornato in vita, trafigge con dodici siringhe uno di quelli che lo hanno ucciso.

- HEAVENLY CREATURES di Peter Jakson. Una giovane donna con un mattone dentro una calza massacra, con allucinante violenza, la propria madre fracassandole la testa. Il film si ispira ad un fatto reale.

- PULP FICTION di Quentin Tarantino. Si vede, tra l’altro, l’attrice Uma Thurman sniffare eroina e John Travolta ed Eric Stolz praticarle una iniezione infilandole l’ago nel muscolo cardiaco.

- CLEAN, SHAVEN di Lodge Kerrigan. Il protagonista, uno schizofrenico, con un coltello si estirpa le unghie della mano. Scene davvero orripilanti.

- I PAVONI di Luciano Manuzzi. Descrive il massacro di una famiglia. Il protagonista uccide il proprio padre con un attizzatoio. Un suo amico soffoca la madre usando una busta di plastica e un altro gli strangola la sorella. Il film si ispira alla storia di Pietro Maso.

Altri due sconvolgenti film, hanno fatto ancora vittime. Il primo MARY REILLY ripropone la storia del dottor Jekyll e mister Hyde. Una coppia di ragazzi venticinquenni vanno a vedere il film e, alla fine, due ore dopo, sono sconvolti. Dopo un poco iniziano a sragionare, a delirare. In qualche modo il film ha inciso sulle loro menti. Dicono frasi sconnesse, piangono e ridono. Quasi come se il film li avesse contagiati col virus della follia. Gli altri della comitiva sono spaventati, li trascinano, quasi, al pronto soccorso dell’ospedale dove vengono visitati. La diagnosi dei medici è <<Choc da film>>.

Il fatto più efferato è accaduto a Parigi. La famiglia Zakrzewski, di origine polacca abitante a Sceaux, composta da Marguerite la moglie, il marito, entrambi architetti, e due figli, Adam di 16 anni e Arthur di 13, consumano una pizza e, subito dopo, decidono di concludere la serata andando a vedere il film dell’orrore <<Copycat>>, protagonista l’attrice Sigourney Weaver. Il film narra la storia di un maniaco che uccide le sue povere vittime imitando i più celebri serial-killer della storia. Le scene si susseguono orripilanti. Il sangue scorre a fiotti e, poi, corpi segati, strangolamenti ed altre efferatezze. Il film è shoccante per tutti. La mente della signora Marguerite Zakrzewski si inceppa. Si apre una porta sulle voragini del suo inconscio, da cui emerge qualcosa di spaventoso, di diabolico, che si scatenerà, in tutta la sua violenza, nell’abitazione. Quando la famiglia esce dal cinema, sono tutti sconvolti.

La donna, appena arrivati a casa, decide di dare un calmante ai familiari, come aveva visto fare nel film. A notte fonda si alza, taglia la gola al marito che si era appena addormentato, impugna una sega elettrica e quasi decapita il figlio più grande. Si siede, passano delle ore, poi come un automa va nella stanza del figlio più piccolo e gli serra il collo con una corda, lo vede dimenarsi e morire soffocato. Infine, si impicca alla rampa delle scale così come nell’ultima scena di <<Copycat>> ". In Francia esplosero dure polemiche anche perché, in non rari casi, dopo la programmazione di film horror, si erano verificati sospetti <<plagi>> subiti da spettatori poi trasformatisi in spietati killer.

Non voglio andare oltre con questo elenco di morte, ma, concludere con l’ultima efferatezza, in ordine cronologico, ispirata da un film: "Freeway". E’ la storia, in chiave horror, di Cappuccetto Rosso e del lupo cattivo. La videocassetta del film ha scatenato la follia di Adrian Potter, un 22enne di Sydney, che subito dopo aver visto il film, in un raptus di "allucinazione da video", ha strozzato la nonna di 69 anni ("Il Messaggero", 1 Aprile 1999). Il film racconta la storia di una giovane donna che attraversa l’America per far visita alla vecchia nonna ma, appena giunta a destinazione, scopre con raccapriccio un uomo che si spaccia per l’anziana donna, dopo averla orribilmente uccisa.

Film che nella loro sulfurea connotazione sembrano celebrare il signore del Male nella sua gelida nitidezza, proprio come scrisse l’Alighieri, giunto nell’abisso dell’inferno al cospetto di Lucifero: <<lo ‘mperator del doloroso regno / da mezzo ‘l petto uscia fuor de la ghiaccia>> (XXXIV, 28-29). Fuoco e ghiaccio, in fondo, sono entrambi simboli dell’inferno. E’ il Male estremo quello di cui dice Dante: <<là dove l’ombre tutte eran coperte / e traspare come festuca in vetro>> (vv. 11-12). Un Male che sorge dal buio gelido del regno dei morti e soffoca la nostra società in un raccapricciante rigor mortis, dove ogni umanità e sentimento sono congelati.

 

 

Giuseppe Cosco

linus.tre@iol.it

 

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